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Nei bambini e negli adolescenti l’obesità è definita come eccesso ponderale maggiore del 20% rispetto al peso ideale calcolato in base a età, sesso e statura.
I risultati di un’indagine promossa dal Ministero della Salute Italiano indicano che all’età di 9 anni in città campione di Lombardia, Toscana, Emilia Romagna, Campania, Puglia e Calabria il 23,9% dei bambini è in sovrappeso ed il 13,6% è obeso. Questa indagine conferma anche la più elevata prevalenza di obesità nelle regioni del sud (16% a Napoli) rispetto al nord (6.9% a Lodi).
Nella maggior parte dei casi l’obesità giovanile dipende non solo dalla predisposizione genetica ma anche da un eccessivo consumo di cibo (in particolare bibite zuccherate e snack ipercalorici), da fattori psicologici, socio-economici e familiari, e naturalmente da un’insufficiente attività fisica.
fattori organici
Lo studio dei fattori genetici dell’obesità è stato condotto soprattutto su modelli animali. Nell’uomo la determinante genetica dell’obesità è comprovata dalla correlazione del sovrappeso nei gemelli monovulari. Nello specifico, più che tra padre e figli, la coincidenza di obesità è particolarmente frequente tra madre e figli.
Il fatto che il peso dei figli adottivi si correli in modo significativo con quello dei genitori naturali e non con quello dei genitori adottivi dimostra in modo inconfutabile il ruolo fondamentale della trasmissione genetica dell’obesità rispetto al condizionamento ambientale. Il possibile contributo di un difetto termogenico nell’eziologia dell’obesità è controverso: negli obesi è stata descritta una diminuzione della risposta termica al cibo che dipende per il 75% dal costo energetico della digestione, dell’assorbimento, del metabolismo e dello stoccaggio degli alimenti, e ciò si ritiene sia dovuto a vie metaboliche energeticamente più efficienti. Ad esempio, la risposta termica ai carboidrati è tanto maggiore quanto più alta è la velocità di utilizzazione del glucosio: piccole diminuzioni della risposta termica possono derivare dalla resistenza insulinica e dalla minore disponibilità di glucosio degli obesi. Piccole differenze nell’utilizzazione calorica mantenute per anni possono dare un significativo contributo positivo al bilancio calorico netto.
Numerosi studi hanno dimostrato che il Metabolismo Basale (consumo energetico a riposo) dipende soprattutto dalla massa magra: dato che gli individui obesi hanno un valore assoluto maggiore di massa magra rispetto ai soggetti di controllo magri, il Metabolismo Basale dei soggetti obesi è maggiore. Tuttavia, quando il Metabolismo Basale è condizionato dall’effetto della massa grassa, risulta simile in obesi e non obesi.
fattori psicologici
Pare verosimile che nella formazione dell’obesità esogena, che rappresenta la maggior parte dei casi, concorrano anche fattori psicologici. La madre che allatta offre al suo bambino non solo latte, ma anche supporto, calore, odore, cura, contatto visivo, soddisfacendo così i suoi bisogni primordiali. In tal modo il cibo diventa, per la madre e il bambino, un modo di dare e avere e un veicolo per messaggi di amore o aggressione. Questo è il motivo per cui il cibo si carica di valori e simboli complessi (sociali, etnici, etici, religiosi..) in ogni paese e in ogni cultura.
L’importanza della famiglia nel quadro d’insorgenza dell’obesità può perciò essere spiegata soprattutto, ma non esclusivamente, come un’abitudine alimentare trasmessa da un atteggiamento culturale e emozionale dei genitori. Molti ragazzi obesi hanno una situazione familiare alterata. In particolare la madre gioca un ruolo dominante in famiglia, esercitando un naturale controllo sul figlio, ostacolandone lo sviluppo dell’autonomia e spesso stimolandolo a nutrirsi in modo eccessivo. Per queste madri la nutrizione acquisterebbe un valore emotivo configurandosi come un mezzo per esprimere il proprio affetto, per coltivare i sensi di colpa verso i figli verso i quali si sentirebbero inadeguate. D’altro canto il bambino, che ha bisogni affettivi insoddisfatti a causa delle carenze materne, reagirebbe con una domanda crescente di cibo che rappresenta per lui compenso e conforto; quindi la sua resistenza ad aderire ad un controllo alimentare potrebbe dipendere dal fatto che per lui questo significa una grave perdita di sostituti compensatori e di regolatori dell’ansia.
Per quanto l’influenza dell’introito calorico della madre sia più presente di quella del padre, le abitudini di entrambi i genitori giocano comunque un ruolo importante sul modo di alimentarsi dei figli in età prescolare.
fattori socio-ambientali
Oltre alle carenze affettive ci sono altri fattori che, alterando profondamente l’equilibrio emotivo, possono favorire l’insorgere e il persistere dell’obesità come i traumi emotivi e il disadattamento sociale. Tra questi si possono considerare importanti nella patogenesi dell’obesità:
• Attività extra scolastiche prevalentemente sedentarie
Recenti studi epidemiologici hanno evidenziato come 3/4 dei ragazzi trascorra più di due ore al giorno davanti alla TV, mentre solo il 50 % degli adolescenti pratica uno sport con regolarità.
• Basso livello socio-economico
Anche questo parametro è rilevante nella patogenesi dell’obesità. Sembra infatti che l’apporto calorico sia più elevato nelle fasce di popolazione di basso livello socio-economico rispetto alle classi sociali superiori; inoltre la prevalenza di eccesso ponderale è significativamente maggiore in tali classi a basso tenore di vita.
• Errato comportamento alimentare
L’analisi del comportamento alimentare è importante perché le abitudini formatesi precocemente durante la vita in risposta a richieste fisiologiche e a pressioni psico-sociali possono avere un considerevole impatto sullo stato di salute a lungo termine.
Come evidenziato anche nelle recenti Linee Guida per una sana alimentazione italiana, gli errori più comuni riscontrati nei ragazzi sono:
• prima colazione scarsa o assente;
• spuntini assenti o a base di alimenti a ridotto valore nutritivo;
• consumo scarso o nullo di verdure e frutta;
• eccessivo consumo di salumi, cioccolata, barrette, patatine fritte, caramelle e altri dolci confezionati, bevande gassate e zuccherate;
• spazio eccessivo al fast food all’americana, ricco di alimentai ad elevato contenuto in calorie, grassi saturi, sale e zuccheri semplici e poveri in fibra e vitamine.
sindrome metabolica nel bambino
Il trattamento dell’obesità, essenziale in età evolutiva, deve incidere positivamente ed in modo persistente su alimentazione, comportamento ed attività fisica del bambino: i programmi terapeutici non possono prescindere dal prevedere un intervento a ciascuno dei tre livelli.
Per quanto riguarda la terapia dietetica dell’obesità i suoi scopi possono essere sintetizzati nei seguenti punti:
• riduzione del sovrappeso e raggiungimento di un nuovo equilibrio fra spesa energetica ed intake calorico (mediante il potenziamento dell’attività fisica e la modificazione persistente di stile di vita ed abitudini nutrizionali);
• mantenimento della massa magra e quindi in particolare della massa muscolare che rappresenta il compartimento corporeo metabolicamente attivo, in grado di incidere positivamente sul metabolismo basale e, di conseguenza, sulla spesa energetica totale;
• riduzione della massa grassa;
• mantenimento di ritmi di accrescimento adeguati;
• raggiungimento di un corretto rapporto fra peso e statura;
• corretta nutrizione con ripartizione adeguata in nutrienti e scelta di alimenti capaci di indurre elevato senso di sazietà;
• mantenimento dell’equilibrio staturo-ponderale raggiunto;
• prevenzione delle complicanze dell’obesità.
La dieta deve accompagnarsi ad un intervento adeguato dal punto di vista sia antropometrico che psicologico: per ottenere un corretto e duraturo rapporto tra peso e statura, il programma terapeutico deve riuscire a modificare in modo radicale le abitudini nutrizionali e di vita del bambino e della sua famiglia con una vera e propria azione educativa. Il coinvolgimento e la collaborazione di tutta la famiglia, infatti, sono presupposti fondamentali per il successo della terapia impostata e per la compliance del bambino allo schema stabilito. Oltretutto è necessario un intervento qualificato, impegnativo e costante. Il monitoraggio clinico nel tempo è indispensabile per valutare l’adeguatezza dell’approccio terapeutico prescelto e per guidare eventuali modificazioni.
Da parte del terapeuta, per scegliere il più opportuno approccio dietetico, è importante valutare:
- età del bambino con relativo fabbisogno calorico e nutrizionale
- entità del sovrappeso
- eventuali complicanze relative all’obesità già presenti o ad aumentato rischio di comparsa a causa di familiarità positiva
- rischio cardiovascolare, mediante una accurata anamnesi familiare
- eventuale presenza e gravità del disturbo del comportamento alimentare (DCA)
- abitudini nutrizionali
- abitudini di vita (attiva o sedentaria)
- esame obiettivo completo
In linea di massima si può scegliere se educare il bambino ad un corretto comportamento alimentare attraverso una dieta bilanciata normocalorica, oppure proporre uno schema dietetico ipocalorico. In questo caso dal fabbisogno calorico si riducono non più di 250 kcal al giorno, in modo da ottenere una perdita mensile di peso non superiore al 5-6% se il bambino ha meno di 12 anni e del 7-8% se è più grande.
A fronte della difficoltà e dei limiti della dieta nel giovane obeso può essere sufficiente mantenere stabile il peso, in quanto può bastare la crescita in altezza perché automaticamente diminuisca il BMI.
Nelle seguenti tabelle sono riportati i valori di riferimento per età e sesso nella popolazione di giovani di corporatura media, il peso corporeo ideale, il fabbisogno energetico da soddisfare in base al grado di attività fisica svolta.
Femmine | Attività fisica leggera | Attività fisica moderata | Attività fisica pesante | ||||
Età | Peso | Fabbisogno energetico | Fabbisogno energetico | Fabbisogno energetico | |||
anni | kg | kcal/d | kcal/kg/d | kcal/d | kcal/kg/d | kcal/d | kcal/kg/d |
1-2 | 10,8 | 850 | 80 | ||||
2-3 | 13 | 1050 | 81 | ||||
3-4 | 15,1 | 1150 | 77 | ||||
4-5 | 16,8 | 1250 | 74 | ||||
5-6 | 18,6 | 1325 | 72 | ||||
6-7 | 20,6 | 1225 | 59 | 1425 | 69 | 1650 | 80 |
7-8 | 23,3 | 1325 | 57 | 1550 | 67 | 1775 | 77 |
8-9 | 26,6 | 1450 | 54 | 1700 | 64 | 1950 | 73 |
9-10 | 30,5 | 1575 | 52 | 1850 | 61 | 2125 | 70 |
10-11 | 34,7 | 1700 | 49 | 2000 | 58 | 2300 | 66 |
11-12 | 39,2 | 1825 | 47 | 2150 | 55 | 2475 | 63 |
12-13 | 43,8 | 1925 | 44 | 2275 | 52 | 2625 | 60 |
13-14 | 48,3 | 2025 | 42 | 2375 | 49 | 2725 | 57 |
14-15 | 52,1 | 2075 | 40 | 2450 | 47 | 2825 | 54 |
15-16 | 55 | 2125 | 39 | 2500 | 45 | 2875 | 52 |
16-17 | 56,4 | 2125 | 38 | 2500 | 44 | 2875 | 51 |
17-18 | 56,7 | 2125 | 37 | 2500 | 44 | 2875 | 51 |
Maschi | Attività fisica leggera | Attività fisica moderata | Attività fisica pesante | ||||
Età | Peso | Fabbisogno energetico | Fabbisogno energetico | Fabbisogno energetico | |||
anni | kg | kcal/d | kcal/kg/d | kcal/d | kcal/kg/d | kcal/d | kcal/kg/d |
1-2 | 11,5 | 950 | 82 | ||||
2-3 | 13,5 | 1125 | 84 | ||||
3-4 | 15,7 | 1250 | 80 | ||||
4-5 | 17,7 | 1350 | 77 | ||||
5-6 | 19,7 | 1475 | 74 | ||||
6-7 | 21,7 | 1350 | 62 | 1575 | 73 | 1800 | 84 |
7-8 | 24 | 1450 | 60 | 1700 | 71 | 1950 | 81 |
8-9 | 26,7 | 1550 | 59 | 1825 | 69 | 2100 | 79 |
9-10 | 29,7 | 1675 | 56 | 1975 | 67 | 2275 | 76 |
10-11 | 33,3 | 1825 | 55 | 2150 | 65 | 2475 | 74 |
11-12 | 37,5 | 2000 | 53 | 2350 | 62 | 2700 | 72 |
12-13 | 42,3 | 2175 | 51 | 2550 | 60 | 2925 | 69 |
13-14 | 47,8 | 2350 | 49 | 2775 | 58 | 3175 | 66 |
14-15 | 53,8 | 2550 | 48 | 3000 | 56 | 3450 | 65 |
15-16 | 59,5 | 2700 | 45 | 3175 | 53 | 3650 | 62 |
16-17 | 64,4 | 2825 | 44 | 3325 | 52 | 3825 | 59 |
17-18 | 67,8 | 2900 | 43 | 3400 | 50 | 3925 | 57 |
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