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endometriosi

L’endometriosi è una patologia estrogeno-dipendente caratterizzata dalla presenza di cellule dell’endometrio (ossia del tessuto che riveste l’interno della cavità uterina) al di fuori dell’utero,

in sedi anomale come le ovaie, le tube, i legamenti che circondano l’utero e il peritoneo (membrana che riveste l’interno della cavità addominale e pelvica), talvolta addirittura nella vescica e nell’intestino e, più raramente, in organi lontani dalla cavità peritoneale (ad esempio nei polmoni).

Il sintomo principale di questa malattia è il dolore, ma anche gonfiore addominale, perdite di sangue anomale o affaticamento cronico devono far accendere un campanello d’allarme anche perché si tratta di una patologia troppo spesso sottovalutata: si stima che in Italia servano in media otto anni prima di arrivare alla diagnosi.

Per riuscire a dare una soluzione globale alla donna affetta da endometriosi è importante la collaborazione di un team multidisciplinare di professionisti tra i quali medici generalisti, ginecologi, chirurghi, nutrizionisti, urologi, gastroenterologi, endocrinologi, immunologi, psicoterapeuti, ciascuno dei quali svolge un ruolo molto importante nel fornire alla donna un trattamento individuale e relativo alla specifica sfera di studio.

I più recenti studi scientifici hanno suggerito che cambiamenti dietetici volti a diminuire i livelli circolanti nel sangue di estrogeni (ovvero gli ormoni che determinano un aumento delle cellule endometriali) e ad incrementare le sostanze naturalmente antinfiammatorie possono migliorare i sintomi e il dolore causato dall’endometriosi.

In sintesi, i consigli dietetici che è raccomandabile seguire sono:

  • ridurre il consumo di carne rossa, insaccati e grassi animali
  • evitare la margarina, lo strutto ed i prodotti contenenti acidi grassi idrogenati
  • prediligere come condimento l’olio extravergine di oliva a freddo
  • assumere almeno due porzioni di pesce alla settimana, privilegiando salmone e pesce azzurro, evitando squalo e pesce spada, in quanto a maggior rischio di contaminazione con mercurio
  • assumere cinque porzioni complessivamente di frutta e verdura fresca al giorno
  • limitare l’assunzione di zuccheri semplici
  • moderare l’uso di cibi ricchi in fitoestrogeni, quali la soia
  • moderare l’uso di bevande contenenti zucchero o caffeina, soprattutto bevande energetiche, ma anche caffè e . È consentito l’uso di tè verde, soprattutto se decaffeinato
  • limitare il consumo di alcool
  • ridurre o eliminare possibilmente cibi contenenti conservanti (in scatola o confezionati) e coloranti.

Non esiste evidenza della necessità di eliminare il grano, e tutti i prodotti contenenti glutine, a meno che non sia stata diagnosticato il morbo celiaco. Potrebbe essere utile alternare il grano ad altri cereali, quali farro, orzo, avena, mais, riso, quinoa, al fine di sfruttare le proprietà nutrizionali di diversi tipi di alimenti. Deve essere valutata caso per caso la necessità di eliminare i cibi istamino-liberatori, quali fragole, cioccolato, pomodori, formaggi fermentati, molluschi.

Un eventuale colon irritabile deve essere trattato mediante l’associazione con fibre (ad esempio glucomannano), abbondante idratazione e limitazione di cibi irritanti, quali cioccolato, latte, caffeina. Ricordiamo infatti che il colon irritabile è causa di dolore addomino-pelvico cronico, che si va a sommare a quello legato all’endometriosi in sè.

Inoltre, sarebbe importante indagare l’esistenza di intolleranza al lattosio, altra causa di gonfiore e dolori addominali, ed eventualmente ridurre o eliminare il consumo di latticini.

Uno stile di vita sano, corredato da una moderata attività sportiva regolare, è altamente raccomandato.
Le discipline orientali, come lo yoga e il tai-chi, sembrano avere effetti benefici sul controllo del dolore mestruale.

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