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La celiachia (MC) è una patologia infiammatoria cronica autoimmune, caratterizzata da un appiattimento dei villi della mucosa dell’intestino e causata, in soggetti geneticamente predisposti, dall’ingestione di proteine ricche in prolina e glutammina contenute nell’endosperma di chicchi di frumento, segale, orzo e simili, comunemente definite glutine.
In termini semplicistici si può definire la celiachia come una forma di intolleranza al glutine.
La malattia si manifesta con quadri clinici estremamente diversi, ma la forma più classica, che esordisce solitamente nei primi 6 – 24 mesi di vita, poco dopo l’introduzione del glutine durante il divezzamento, presenta sintomi gastrointestinali quali diarrea cronica, vomito, addome globoso, meteorismo, inappetenza.
Lo sviluppo di test serologici atti ad evidenziare la presenza di anticorpi specifici per il morbo celiaco (Ab anti endomisio e Ab anti transglutaminasi) ha permesso, inoltre, di definire la forma silente (presenza di lesioni intestinali patognomoniche in assenza di segni e sintomi) e la formapotenziale (sierologia positiva in assenza di lesioni intestinali).
Di seguito sono schematizzati i diversi livelli di tossicità dei più diffusi cereali sul paziente celiaco.
Cereale | Tossicità |
Frumento | +++ |
Orzo | + |
Segale | + |
Farro | + |
Riso | – |
Mais | – |
Grano saraceno | – |
Amaranto | – |
Quinoa | – |
Miglio | – |
Teff | – |
Avena | ? |
L’unica terapia attualmente disponibile per i soggetti affetti da celiachia è la totale e permanente esclusione dalla dieta degli alimenti contenenti glutine. È consigliata non solo in caso di forma tipica e nelle forma subcliniche e silenti di malattia celiaca, ma anche per le forme latenti. Questa terapia permette la scomparsa dei sintomi e delle malattie associate alla celiachia in tempi rapidi (solitamente la guarigione clinica avviene in circa 1-2 mesi dal momento dell’esclusione del glutine), e previene inoltre lo sviluppo delle complicanze neoplastiche ed autoimmuni, che la continua e prolungata esposizione al glutine provoca nei soggetti celiaci.
La dieta senza glutine consiste fondamentalmente consiste nella totale esclusione degli alimenti che contengono i cereali indicati nella tabella precedente come tossici (compresi i prodotti da forno, impanati, polpette, hamburger, mortadella, wurstel, formaggi erborinati, formaggi spalmabili, caffè solubile, whisky, vodka, birra) mantenendo quantità sufficienti di calorie, proteine, vitamine e sali minerali.
Sono disponibili nel commercio alimenti dietetici privi di glutine distinguibili dall’immagine di una spiga di grano barrata.
sensibilità al glutine non celiaca
La sindrome della sensibilità al glutine non celiaca (SGNC) si distingue dal morbo celiaco per diversi sintomi multi-sistemici intestinali e extra-intestinali, ma causati sempre dalla reazione ai cibi contenenti glutine. Secondo recenti studi dei maggiori esperti mondiali del settore, si tratta di una patologia più frequente della celiachia che vede le donne tra i principali soggetti colpiti. Prevede la comparsa di sintomi a poche ore o giorni dall’ingestione di glutine e ha come unica cura una dieta priva di questa proteina: talvolta non è necessario eliminarla definitivamente, in quanto la SGNC può presentarsi anche in forma temporanea.
La diagnosi di questa sindrome attualmente si basa sull’esclusione, data dalla negatività ai test immunologici per l’allergia al grano, alla sierologia tipica della celiachia (anticorpi antiendomisio e antitransglutaminasi) e da una biopsia intestinale normale o con minime alterazioni.
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