Come affrontare l’alimentazione emotiva

A volte ci troviamo a mangiare una confezione intera di snack, o una busta di patatine senza riuscire a fermarci, anche se razionalmente sappiamo che non dovremmo e che sicuramente ce ne pentiremo più tardi, pieni di imbarazzo e di rimorso. Questo succede perchè la nostra mente emotiva in quei momenti è più forte della parte logica, e ci troviamo a mangiare come risposta a dei sentimenti piuttosto che alla fame.
Combattere l’alimentazione emotiva è possibile ma non esiste una soluzione universale, perchè va ricercata negli stimoli che portano a questi comportamenti e cambiano di persona in persona. Ciò che si può fare è imparare a rispondere a queste domande, in modo da prendere consapevolezza di quello che avviene nella nostra testa quando ci troviamo a mangiare senza controllo.

  • Cosa ho mangiato? Preferiamo i cibi dolci, salati, processati, confezionati? Prendiamo nota dei cibi che cerchiamo quando mangiamo in preda alle emozioni e siamo onesti con noi stessi, cercando di capire se è necessario tenere in casa quei determinati cibi o possiamo evitare di acquistarli.
  • Quando e dove ho mangiato? Quando ci viene voglia di mangiare senza controllo dovremmo imparare a giudicarci meno e osservarci di più, prendendo nota del giorno della settimana, dell’ora e del luogo in cui abbiamo mangiato. C’è uno schema? Preferiamo aspettare dopo cena o mangiamo di più sul lavoro?
  • Perchè ho mangiato? Rispondere a questa domanda potrebbe non essere facile, ma è estremamente importante. Dobbiamo chiedercelo con gentilezza e senza giudizio: eravamo tristi? Stressati? Stanchi? Abbiamo passato troppo tempo senza mangiare? Prendiamo nota delle sensazioni che abbiamo provato, in modo da trovare due o tre stimoli comuni ai diversi episodi. Magari frequentare una determinata persona ci fa sentire sminuiti, tristi o arrabbiati? Il cibo è un tentativo di prenderci cura di noi stessi, e conoscere il problema che cerchiamo di risolvere mangiando ci aiuterà ad affrontarlo senza il supporto del cibo.
  • La risposta del cibo nei miei confronti è positiva? Se non ci sentiamo bene con noi stessi dopo aver mangiato un determinato cibo, è segno che abbiamo instaurato con esso una relazione negativa. Rinunciarvi può sembrare difficile, ma diventerà via via più semplice, soprattutto se ci circondiamo di alternative che non ci provocano risposte altrettanto negative.
  • Per cosa sono disposto ad impegnarmi? Scaviamo a fondo per trovare una motivazione che sia importante per noi, ad esempio poter giocare con i nostri nipotini o sederci comodamente sui mezzi, e prendiamone nota. Ci aiuterà a tenerla a mente e avere qualcosa di importante a cui pensare quando siamo in difficoltà e stiamo per cedere alle tentazioni. Qualunque sia la nostra motivazione, ne vale la pena.
  • In passato ho avuto successo? Sicuramente non è la prima volta che ci poniamo una sfida difficile. Cerchiamo di ricordare altri momenti simili, cosa ci ha aiutato ad avere successo e come ci siamo sentiti dopo. Ci meritiamo di sentirci di nuovo così e possiamo utilizzare questa sensazione per darci la sicurezza in noi stessi necessaria a questa nuova lotta.
  • Dove mi hanno portato le mie scelte fino ad ora? Riflettiamo sulle nostre scelte. Ci hanno condotto nella giusta direzione o ci hanno portato fuori strada? Dobbiamo essere onesti ma non giudicanti, con il proposito di fare scelte migliori in futuro.

Indagarsi così a fondo può preoccupare ma è per il nostro bene. Fare le scelte giuste ci farà sentire molto meglio con noi stessi.

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