Mangiare senza glutine è una scelta sana?
Il glutine è un complesso proteico presente in alcuni cereali che in soggetti sensibili o allergici può causare una serie di disturbi, soprattutto a livello addominale, di varia intensità, fino alla malattia celiaca.
Mangiare senza glutine: quali sono gli alimenti gluten free?
Il glutine è contenuto in tantissimi alimenti. Tra i cereali contenenti glutine troviamo:
- frumento;
- segale;
- orzo;
- avena;
- farro;
- spelta;
- kamut;
- triticale.
I cereali che sono privi di glutine, invece, sono:
- riso;
- mais;
- grano saraceno;
- amaranto;
- manioca;
- miglio;
- quinoa;
- sorgo;
- teff.
Il glutine può essere presente anche in alcuni alimenti non direttamente a base di cereali, come residuo di lavorazione: è il caso di dolciumi, salse e snack.
Gli alimenti al loro stato naturale sono naturalmente privi di glutine, come:
- frutta e verdura;
- uova;
- carne;
- pesce;
- legumi;
- patate;
- manioca;
- zucchero e miele.
Invece, le categorie di prodotti lavorati senza rischio di contaminazione da glutine sono:
- tonno sott’olio;
- legumi in scatola;
- passata di pomodoro;
- prosciutto crudo e lardo;
- formaggi freschi e stagionati;
- burro;
- panna;
- yogurt naturale;
- olio.
Mangiare senza glutine: come assicurarsi della sua assenza negli alimenti?
Per assicurarsi della completa mancanza di glutine di un prodotto il modo migliore è controllare l’etichetta e ricercare indicazioni sull’attinenza alle normative europee per i prodotti senza glutine, in particolare riferimenti a documentali e audit AIC (Associazione Italiana Celiachia), controlli a campione, controlli di filiera. Il simbolo internazionalmente riconosciuto per i prodotti senza glutine è quello della spiga sbarrata.
Mangiare senza glutine: quando e perché?
L’attinenza ad una dieta senza glutine dovrebbe essere praticata solo in caso di reale necessità e in ogni caso senza escludere i principi di un’alimentazione sana ed equilibrata: sono infatti comuni casi di malnutrizioni e scompensi nutrizionali tra celiaci e persone con sensibilità al glutine, nello specifico carenze vitaminiche e di minerali (fino all’87% dei casi) ed apporti eccessivi di grassi e zuccheri, spesso contenuti nelle alternative “senza glutine” di cibi comuni per renderli più appetibili.