L’importanza dell’attività fisica per combattere l’obesità infantile

Recentemente l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha stimato che nel mondo circa 3 ragazzi su 4 non svolgono attività fisica, con un forte incremento dell’obesità infantile. Diversi studi sui bambini hanno dimostrato, infatti, che l’attività fisica continuativa migliora la qualità del sonno, l’autostima, la fiducia in se stessi, la voglia di fare ma soprattutto aiuta a contrastare l’obesità infantile.

Come riportato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), per attività fisica si intende “qualunque movimento determinato dai muscoli che si traduce in un dispendio energetico superiore a quello delle condizioni di riposo”. Per tali motivi, quando parliamo di attività fisica intendiamo anche attività come camminare, correre, andare in bicicletta, ballare e giocare all’aperto.

È importante che i bambini svolgano un’attività fisica continuativa già fin dalla primissima infanzia e che tutti i genitori siano ben informati sulle caratteristiche di ogni regime alimentare sano da seguire, a seconda della fase di crescita dei propri figli.

L’attività fisica continuativa aiuta i bambini a:

  • crescere bene
  • prevenire diverse patologie
  • tenere sotto controllo il peso e a bada lo stress
  • diminuire le conflittualità e le agitazioni spesso caratteristiche dei bimbi più piccoli
  • donare uno stato di benessere generale

Purtroppo, però, lo svolgimento dell’attività fisica è molto limitato in alcune nazioni, tra cui l’Italia. Non è un caso, infatti, che il nostro Paese sia quarto al mondo per obesità infantile.

Questo risultato deve aiutarci a prestare molta più attenzione di quanto si pensi. Con il passare del tempo, nei bambini e nei ragazzi sovrappeso è maggiore il rischio di sviluppare gravi patologie come il diabete di tipo 2, le cardiopatie, diversi tipi di cancro e di malattie respiratorie che, a loro volta, da adulti aumentano il rischio di eventi come aritmie, infarti e ictus. A questi dati, non bisogna escludere il tasso di abbandono scolastico, l’abbassamento dell’autostima e il rischio di diventare vittime di bullismo.

Attività fisica e obesità infantile: ecco cosa raccomanda la Società Italiana di Pediatria

Come anticipato nel paragrafo precedente, una scarsa attività fisica contribuisce ad aumentare il rischio di obesità infantile, intervenendo anche sulla psiche e sulle capacità relazionali di ogni singolo bambino. In questi casi, è fondamentale la collaborazione tra medici, insegnanti scolastici e genitori.

La Società Italiana di Pediatria (SIP) raccomanda a tutti i genitori di stimolare i bambini allo svolgimento dell’attività fisica regolare, anche in presenza di patologie croniche come il cancro, le problematiche respiratorie dell’età evolutiva e le cardiopatie congenite.

Certamente, ogni singolo genitore deve evitare di costringere i propri figli a svolgere attività fisica ma al tempo stesso può essere molto utile dare il buon esempio: se i genitori sono attivi anche i figli lo saranno.

Tra le tante raccomandazioni, la Società Italiana di Pediatria (SIP) consiglia di:

  • scegliere insieme ai propri figli le attività adeguate da svolgere, a seconda della loro età e condizione psico-fisica;
  • tenere i bambini lontani da tablet, videogiochi e altri dispositivi elettronici fino ai 4 anni d’età e di limitarne l’utilizzo per i ragazzi, fino a un
  • massimo di 2 ore al giorno, oltre al tempo necessario per lo svolgimento dell’attività didattica come la DAD (didattica a distanza).

È bene tenere presente che, per iniziare a svolgere una regolare attività fisica, non è mai troppo tardi, in quanto gli effetti positivi insorgono fin da subito nel nostro organismo. Inoltre, i più grandi alleati dell’esercizio fisico sono tutte le forme di libera espressione come la danza, la lettura e il disegno che consentono di mantenere il proprio corpo in salute, a qualsiasi età.

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