I danni dello zucchero

Sono noti a tutti gli effetti dello zucchero a livello fisico, forse però lo sono meno quelli a livello celebrale.

Alcuni recenti studi hanno evidenziato che può danneggiare la memoria e l’apprendimento così come causare ansia e depressione ma peggio ancora è stato valutato un fattore di rischio per le malattie neurodegenerative.  Parliamo non soltanto di saccarosio ma anche di fruttosio, melata e sciroppo di mais, tutti dolcificanti che si trovano nella maggioranza dei prodotti confezionati dei supermercati. All’ingestione di una sostanza dolce, le papille gustative presenti sulla lingua invia dei segnali al cervello attivando dei processi di “ricompensa”e conseguentemente producendo gli ormoni associati alla sensazione di benessere, detta dopamina.

Se tutto questo avviene con moderazione il problema non si pone, ma quando questi meccanismi vengono attivati troppo spesso il risultato è la perdita di controllo, il desiderio incontrollabile di assumere sostanze zuccherine e l’incremento della tolleranza verso gli zuccheri stessi. Alcuni studi compiuti con bambini in sovrappeso hanno rilevato che il loro cervello reagisce diversamente quando assaggiano degli zuccheri, riflettendo un’elevata “risposta-ricompensa”. I dati quindi indicano che i circuiti cerebrali di questi bambini potrebbero averli preparati ad una vita di “desiderio di zuccheri”.

Un altro studio condotto da alcuni ricercatori dell’UCLA ha scoperto che l’uso eccessivo di fruttosio danneggia la memoria e l’apprendimento  rallentando il cervello. I ricercatori hanno scoperto che più era alto il consumo di fruttosio più l’attività delle sinapsi cerebrali era danneggiata. consumare massicce dosi di zuccheri ha causato lo sviluppo di una resistenza all’insulina la quale rafforza le connessioni sinaptiche tra i neuroni, aiutandoli a comunicare meglio e di conseguenza ricordare più facilmente. Il calo di insulina, quindi, causato dall’assunzione eccessiva di zuccheri danneggia le capacità cognitive.

Alcuni ricercatori della Scuola di Medicina della Emory University, ha recentemente dedotto che una dieta ricca di zuccheri contribuisce a depressione e comportamenti ansiosi. Tutto questo si motiva con il fatto che alimenti ricchi di zucchero e carboidrati possono interferire col funzionamento dei neurotrasmettitori che  aiutano a stabilizzare l’ umore. L’ingestione di  zuccheri stimola il rilascio di un neurotrasmettitore i cui effetti migliorano l’umore, la serotonina. Attivare continuamente la produzione di questa sostanza può esaurirne le limitate riserve di cui il nostro organismo dispone, determinando sintomi che possono contribuire alla depressione. Livelli cronici di zucchero troppo alti nel sangue sono stati anche collegati alle infiammazioni cerebrali. E come suggerito da diverse ricerche le neuroinfiammazioni potrebbero essere una delle cause della depressione.

Uno studio del 2013 condotto dal Dr. Medha Munshi,  ha rilevato che la resistenza all’insulina e gli alti livelli di glucosio sono collegati allo incremento di disordini neurodegenerativi come l’Alzheimer. Gli studi dimostrano che il cervello è uno degli organi maggiormente danneggiati dagli alti livelli di zucchero nel sangue.

Alcuni ricercatori, infatti, si riferiscono all’Alzheimer come “Diabete di tipo 3”  avvertendo che la dieta abbia un peso maggiore di quanto si sospettasse in passato per quanto riguarda il rischio di ammalarsi.

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